martedì 2 novembre 2010

LA FESTA DEI MORTI A PALERMO

E' tradizione palermitana (Palermo è l'unica città d'Italia dove si festeggiano i defunti...) secondo la quale, per la festa dei morti, i genitori regalavano ai bambini dolci e giocattoli, dicendo loro che erano stati portati in dono dalle anime dei parenti defunti. Di solito per i maschietti erano armi: pistole a tamburo con tanto di fodero o fucili con il tappo che era attaccato tramite un laccio, ispirati a modelli western; c'erano pure costumi da indiani /quelli d'america) con archi e frecce. Queste ultime avevano una ventosa che non si attaccava mai, se non si inumidiva con una "liccata" della lingua. Per le bimbe: bambole ricciolute, passeggini, assi da stiro, fornelli e pentolame. I più facoltosi regalavano tricicli e biciclette fiammanti. Al mattino miracolo! Bisognava trovare il regalo nascosto in un punto insolito della casa, nella notte tra l'1 e il 2 novembre. La sera prima si nascondeva la grattugia perché si pensava che i defunti, a chi si fosse comportato male, sarebbero andati a grattare i piedi! La festa ha un origine e un significato che si collegano certamente ad antichi culti pagani e al banchetto funebre, un tempo comune a tutti i popoli indo-europei, di cui si ha ancora un ricordo nel "consulu siciliano" (era il pranzo che i vicini di casa offrivano, dopo che il defunto era stato tumulato, ai parenti che avevano trascorso). E' stato osservato che il significato della strenna dei morti è duplice: offerta alimentare alle anime dei defunti e offerta simbolica, nei dolci a forma umana, come assicurazione alle anime dei defunti in maniera che, cibandosi di essi, è come se ci si cibasse dei trapassati stessi. Celebri tra questi dolci sono quelli antropomorfi, cioè a forma umana, quali "i pupi ri zuccaru" detta Pupaccena: una statuetta cava fatta di zucchero indurita e dipinta con colori leggeri con figure tradizionali (Paladini, ballerini ed altri personaggi del mondo infantile) o di pasta di miele o i biscotti detti "ossa ri muortu". Al mattino si impone la tradizionale "muffulietta", un tipo particolare di pane (spugnoso e morbido) con poca mollica che si "conza" (si prepara) con OLIO, ACCIUGA, ORIGANO, SALE E PEPE con la variante del POMODORO fresco. I frutti di martorana, fatti con pasta di mandorle e poi dipinti, sono spesso vere opere d'arte per la straordinaria somiglianza a quelli veri: nespole, castagne, pesche, fichidindia, arance e tanti altri che riempiono, associati al "misto" (u ruci mmiscu): il dolce misto fatto da rimasugli di biscotti impastati una seconda volta, bianco per la velatura di zucchero e marrone per la presenza di cacao; U CANNISTRU, con frutta secca, fichi secchi e datteri e che riempie la base , la martorana e i biscotti, 'a MURTIDDA e il tutto sormontato dalla Pupaccena. Per renderlo più scintillante bastava aggiungere dei cioccolattini con carta stagnola e filamenti di carta di diversi colori. Evidente che, nel tempo, a queste strenne in dolci si sono andati via via aggiungendo altri regali, trasformando un culto che affondava le sue radici nel mondo pagano in una vera e propria festa. E' da tener presente che nella provincia di Palermo, dove fino a qualche anno fa non esisteva ancora l'usanza di scambiarsi doni in occasioni delle feste di Natale, la tradizione si è mantenuta più viva che in altri luoghi della Sicilia. Anticamente il due novembre, giorno della commemorazione dei defunti,quando ancora non erano in uso i cimiteri, i palermitani andavano nelle varie cripte della città per rivisitare i propri defunti: lavarli, pettinarli, rivestirli ed esporli per l'anno successivo. Una tale usanza è ancora visibile in quanto la grande cripta dei Cappuccini (vedi articolo qui) che ospita 8000 corpi imbalsamati è tuttora visitata nel giorno della commemorazione dei defunti. La Fiera dei Morti (foto sopra) a Palermo attualmente si svolge presso il rione S.Pietro, alla Cala ma, originariamente, veniva svolto all' Olivella, subito dopo Piazza Massimo, ma anno dopo anno cambia "zona": variopinte bancarelle offrono ai vari visitatori nonché ai genitori l'opportunità di potere acquistare giocattoli, vestiario, dolciumi di ogni genere per preparare il tradizionale "Cannistru".

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