domenica 18 gennaio 2009

BACHECA EVENTI - ARTE

Sala d'Ercole ritorna al suo splendore
dopo i lavori di restauro

di Melinda Zacco

Sono trascorsi duecento anni da quando alla splendida Sala dei Parlamenti del palazzo reale di Palermo, il re Ferdinando III attribuì il nome di Sala d’Ercole, di recente restaurata. Un lavoro il cui progetto è stato redatto dallo staff tecnico dell’Ufficio del Genio Civile diretto dall’ingegnere Pietro Lo Monaco con la collaborazione della struttura tecnica dell’Ars e la supervisione della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali.

“Gli ultimi interventi di restauro – dice Lo Monaco - furono effettuati tra il 1944 e il 1947, oggi il Genio Civile ha effettuato il consolidamento strutturale della volta, il restauro delle decorazioni pittoriche di tutta la Sala, nonché il restauro dei prospetti deteriorati nel tempo per mancanza di manutenzione”.

Era il 1810 quando si diede incarico al pittore palermitano Giuseppe Velasques di occuparsi del nuovo ciclo pittorico nella volta e nelle pareti del Salone, raffiguranti le fatiche di Ercole, coerente alla cultura e alla simbologia araldica della casa reale. “Non a caso, infatti, - dice Piero Longo, consulente storico del restauro - lo stesso sovrano aveva dedicato ad Ercole uno dei viali della Real tenuta della Favorita. Una scelta non casuale, ma in sintonia con le scoperte archeologiche del suo tempo e perfettamente coerente alle sue intenzionalità politiche e culturali, poiché Ercole e le sue fatiche erano un argomento popolare di grande fascino”. Non si conoscono altri interventi di restauro nella Sala d’Ercole se non quelli della normale manutenzione, durante l’ultimo periodo della monarchia borbonica, ma sappiamo che nel 1848, durante la rivoluzione popolare, il Palazzo reale fu preso d’assalto. In quell’occasione non furono segnalati danni alla Sala d’Ercole la quale dopo il 1860, con l’Unità d’Italia e la dinastia dei Savoia, non fu più utilizzata, come oggi, per le sedute del Real Parlamento.

“La simbologia delle Fatiche di Ercole ha un duplice significato – dice Francesco Cascio, presidente Ars - non solo culturale, ma la volontà di dare un nuovo corso al Parlamento regionale, affinché si possa recuperare una strada di efficienza, di rigore e di crescita dell’individuo”.

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