domenica 4 gennaio 2009

CURIOSITA'

"Rose rosse per te/ho comprato stasera."
Le canzoni che hanno narrato il linguaggio dei fiori.

di Marcello Sajeva

“Rose rosse per te
ho comprato stasera
e il tuo cuore lo sa
cosa voglio da te
Forse in amore le rose
non si usano più
ma questi fiori sapranno
parlarti di me “
(1969, E.Polito - G.Bigazzi, Cantata da Massimo Ranieri)

Se siete innamorati pazzi di una donna, se dentro di voi arde il sacro fuoco della passione, allora puntate dritti sulle rose baccarat. Quegli steli lunghi e solenni, quei petali scarlatti, pagati a peso d'oro dal fiorista parleranno per conto vostro al cuore della donna amata. E se si tratta di amore vero, quello con la A maiuscola andate oltre e, mandatele pure una dozzina di rose rosse: l'effetto è garantito. Le rose sono senz'altro espressione d'amore ma se si vuole mandare un messaggio appassionato e sensuale, allora scegliete le orchidee. Sembrano un po' demodé, e forse per questo saranno maggiormente gradite. Attenzione però devono essere bellissime e recapitate in splendide confezioni.

“Parlano tra loro
I tuli tuli tuli tulipan
Mormorano in coro
I tuli tuli tuli tulipan
Odo il canto delizioso
Nell'incanto sospiroso
Parlano d'amore
I tuli tuli tuli tulipan
Deliziosi al cuore
Tutti i sogni miei ti giungeran
E di me ti parleranno”

Al posto delle rose si può anche ricorrere ai tulipani che, leggermente socchiusi, sanno dire con estrema raffinatezza e discrezione "ti amo". A portare al successo questa allegra canzoncina fu un trio vocale popolarissimo in Italia tra gli anni trenta e quaranta e che mantenne anche nel primo e secondo dopoguerra il successo dovuto alla simpatia delle tre componenti, tre sorelle olandesi: Alexandra, Judith e Kitty Lescan, il Trio Lescano.

Ma, attenzione, i fiori da soli non bastano a fare colpo su una donna. Se si vuole che la freccia di cupido arrivi dritta al cuore della fanciulla desiderata bisogna far scivolare in mezzo ai fiori un bigliettino o meglio ancora una canzone. Ma si può ricorrere anche a un mazzolino di innocenti violette o di pensée che nel codice floreale dicono un sacco di cose:

“Quel mazzolin di fiori

Che vien dalla montagna

“Quel mazzolin di fiori

Che vien dalla montagna

E guarda ben che non si bagna

Che lo voglio regalar

Lo voglio regalare

perché l'è un bel mazzetto

Lo voglio regalare

perché l'è un bel mazzetto

Lo voglio dare al mio moretto

Questa sera quando vien."

Ma quella sera il bel moretto non è andato. E' andato a trovare la Rosina, perchè, continua la canzone-'mi son poverina e mi fa piangere e sospirar.?

Si potranno scegliere, se si vuole evocare il gusto del peccato, delle camelie, di verdiana memoria. La Traviata di Giuseppe Verdi è ispirata al romanzo di Dumas figlio, La signora delle camelie. O ai fiori di pesco evocati da Lucio Battisti:

“Fiori rosa, fiori di pesco, c'eri tu/fiori nuovi stasera esco, ho un anno di più/stessa strada, stessa porta./ Scusa se son venuto qui questa sera/da solo non riuscivo a dormire/perché di notte ho ancora bisogno di te”

Trovare i fiori giusti per l'amata è un’arte che non si inventa, si impara col tempo e si affina con lo studio, magari consultando vecchi manuali del galateo o preziose guide ai segreti e ai linguaggi dei fiori. E poi, se son rose fioriranno. Ma le canzoni non servono soltanto per conquistare ma anche per un addio:

“Grazie dei fior
fra tutti gli altri li ho riconosciuti
mi han fatto male eppure li ho graditi
Son rose rosse e parlano d'amor
In mezzo a quelle rose
ci sono tante spine
memorie dolorose
di chi ha voluto bene
Son pagine già chiuse
con la parola fine”

(Panzeri - M. Seracini - R. Testoni, cantata da Nilla Pizzi, vincitrice del 1° Festival di Sanremo 1951)

Per fortuna non ci rimane che l’ottimismo di Orietta Berti:

“Io, tu e le rose,
io, tu e l'amore,
quando, quando
tu respiri accanto a me,
solo allora
io comprendo d'esser viva;
quando siamo
io, tu e le rose,
io, tu e l'amore;
anche se cadesse il mondo
quello stesso giorno noi
saremo là
io, tu e le rose”.

Questo brano fu presentato da Orietta Berti nel 1967 a Sanremo (in coppia con lo storico gruppo francese Les Compagnons de la Chanson) e malgrado il testo facile e ottimistico e definito melenso dalla critica è legato al suicidio di Luigi Tenco. Fu citato infatti nel biglietto d'addio scritto da Luigi Tenco (o chi per lui, visto che alcuni sostengono che non si trattò di suicidio) prima di morire: "Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro), ma come atto di protesta contro un pubblico che manda in finale una canzone come 'Io tu e le rose' e una commissione che seleziona 'La rivoluzione'. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi".

Dimenticavamo che oggi i fiori si mandano in tutto il mondo attraverso l’organizzazione Interflora allora concludiamo con Una rosa da Vienna che ci manda Anna Identici, su testo e musica di Guarnieri e Bruno Lauzi.

“Una rosa da Vienna
una piccola rosa
voglio
da te
niente di piu'
cosi' sapro'
se sono viva.
una rosa da Vienna.
ti prego
mandami amore
la guardero'
non parlero'
la stringero' sul cuore”.

(fonte Sicilia Informazioni)

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