martedì 24 novembre 2009

NEWS – L’OPINIONE

Vogliamo tutti diventare B&B.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervento di Massimo Coraci, presidente della Sezione Alberghi e Turismo di Confindustria Palermo, che lancia una curiosa provocazione. "Stiamo assistendo silenziosi e come rassegnati al tracollo dell'economia turistica della Provincia di Palermo. Tranne qualche caso isolato, le presenze ma soprattutto i fatturati degli hotels non coprono più le spese. Ma pochi tra quelli che dovrebbero intervenire sembrano preoccuparsene, distratti dalle emergenze quotidiane, oggi più che mai divenute norma. Pertanto promozione istituzionale del territorio non se ne fa più da tempo. Chi vuole o chi può se la faccia da solo.
Gli hotel oramai si fanno una spietata guerra dei prezzi al ribasso. Tanti, troppi 4 e 5 stelle spesso nuovissimi praticano tariffe che fino a pochi anni fa erano appannaggio dei 2 stelle. La poca domanda residua viene dilaniata e rapinata dai famelici hotel concorrenti a suon di morsi e ribassi, tanto che la cosa sembra già cominciare a disturbare i già magri affari dei Bed and Breakfast e della miriade di mono e bilocali del mercato parallelo gestiti da cittadini che cercano di arrotondare le magre risorse affittando qualche camera di casa o, per i più furbi, una serie di camere organizzate in stile hotel. Sembra che anche i BB siano costretti a dare via le camere a prezzi così bassi che "il gioco non vale più la candela". E questo è il nuovo tema che arrovella sempre più gli operatori turistici locali.
Vale la pena continuare testardi a resistere a testa bassa come stiamo facendo da due anni in qua?
La domanda che si sente più spesso nelle conversazioni tra albergatori è: “tenere in vita l’azienda o consegnarla al mercato immobiliare della civile abitazione?”; e tra i proprietari di BB: “continuare ad aspettare i sempre più scarsi clienti o destinare l’appartamento a quell’antipatica di mia nuora?”
Anziché continuare ad alimentare sterilmente la contrapposizione Alberghi-BB, occorre analizzare il fenomeno in termini di sistema.
Non ho infatti alcuna intenzione di demonizzare i B&B, anzi è bene prendere atto che rappresentano a tutti gli effetti parte integrante dell'offerta turistica di un territorio.
Nati per avvicinare i turisti alla cultura locale, rendendoli partecipi degli usi e costumi delle nostre famiglie, nonché per realizzare un'offerta turistica in quei territori carenti di strutture alberghiere, hanno ormai assunto grande visibilità sui maggiori portali di prenotazione online e spesso offrono un'eccellente ospitalità, concorrendo ad un incremento dei redditi oltre che ad una riqualificazione del patrimonio immobiliare dei centri storici. Per questo vanno protetti!
Allora viene da se che tutte queste buone ragioni, se valgono per i B&B debbono essere applicate al settore alberghiero. L’unica soluzione per salvare da sicura fine molti alberghi in difficoltà, consiste insomma nell’equiparare gli alberghi ai B&B, e non il contrario.
Per sopravvivere gli alberghi devono essere considerati B&B un po’ più grandi, in termini di sburocratizzazione, flessibilità organizzativa e costi. Qui infatti sta il nocciolo del problema: con un’occupazione media annua al 28%, evidente agli occhi di tutti, e con prezzi da B&B (se non più bassi), non si possono tenere aperte le attività alberghiere, dati i costi non equiparabili.
Per non parlare della mole di obblighi legati alla prevenzione incendi, alla sicurezza sul lavoro, alle norme sugli alimenti, alla classificazione, alla privacy, ai contratti di lavoro ed ai controlli spesso ridondanti da parte di Asl, Nas, Polizia Statale e Urbana, Guardia di Finanza, Inps, Inail, nonché a balzelli divenuti insostenibili quali Tarsu, Acqua, Energia, Ici, Irap e chi più ne ha più ne metta.
I B&B, considerati come case private, godono dei benefici concessi ai privati cittadini (categoria protetta per amore di pace), ed in virtù della capillare diffusione sul territorio (parlano i bene informati di almeno 2.000 posti letto locali) non possono essere controllati in egual modo. Non hanno dipendenti, tengono chiuse le loro camere quando non hanno clienti e chiamano una donna delle pulizie solo se serve. Insomma perché non riequilibrare le cose, mettendoci tutti nelle medesime condizioni di parità commerciale? L’umile suggerimento alla politica è: “Per salvare il settore alberghiero, applicate in toto agli hotel tutte le condizioni godute dai B&B!”.

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