250 anni di Guinness
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Il birrificio di Dublino compie due secoli e mezzo e brinda (rigorosamente senza bollicine) alla sua densa storia di successo. Aspettando il compleanno del 10759
Era il 31 dicembre del 1759, quando un 34enne della Contea di Kildare firmava un insolito contratto: per 45 sterline l'anno affittava un piccolo e scalcinato birrificio a Saint James's Gate, a Dublino, per un periodo di 9.000 anni. Sì, proprio fino al 10.759. L'investimento era azzardato, visto che il settore della birrificazione era in crisi a causa delle pesanti tasse imposte sulla produzione irlandese a tutto vantaggio di quella inglese. Ma Arthur Guinness era fiducioso che quei quattro acri "arricchiti" da un paiolo di rame, una vasca di fermentazione, una macina, due contenitori per il malto, una stalla per dodici cavalli e un fienile, si sarebbero trasformati in un successo.
Come sia andata la storia lo spiegano perfettamente i festeggiamenti appena partiti e destinati a durare tutto il 2009 per il 250esimo anniversario della birra Guinness, la "scura" (tecnicamente "stout" o "porter", una rossa intensa dalla schiuma densa, zero bollicine e un gusto amarognolo) più famosa del mondo. Al centro delle celebrazioni la mitica Storehouse, lo stabilimento per la fermentazione costruito presso la sede dell'azienda tra il 1902 e il 1904 nello stile della Scuola di Chicago, che rimase attivo fino al 1986, prima di essere profondamente ristrutturato e trasformato, nel 2000, in una vera e propria "vasca d'immersione" nella bevanda più amata dagli irlandesi.
Là dove avveniva l'ultima fase di preparazione di quasi 40.000 barili di birra alla volta, ora c'è un edificio di sette piani che illustra la storia e la produzione della Guinness, dalle materie prime fino alla giusta tecnica di spillatura. E ora quella che è la maggiore attrazione turistica del Paese si arricchisce con la mostra 250 Exhibition: su un piano interamente dedicato all'anniversario si può brindare alla memoria di Arthur, portare a casa una copia del contratto originale e seguire passo dopo passo il successi del marchio, tra fan celebri (lo scrittore Stevenson ne andava matto e si dice che sul campo di battaglia di Waterloo i cavalieri si rifocillassero con qualche pinta) e le famose pubblicità con gli animali di John Gilroy.
Chi è principalmente interessato all'aspetto alcolico della visita può invece optare per il tour Storia della Stout, un giro "da vip" nella Storehouse seguito da un'esclusiva sessione di degustazioni per apprezzare appieno il sapore caratteristico di ciascuna variante di Guinness e imparare a "versare" un perfetto boccale. Ma se ancora non si fosse abbastanza inebriati, da non perdere è il Gravity Bar, locale posto al settimo piano dell'edificio che, con i suoi 40 metri d'altezza consente di godere di un panorama a 360 gradi su Dublino e di assaporare la mitica "arpa" (questo il simbolo della Guinness) ai tavolini più alti della capitale irlandese.
Libero News
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