martedì 27 aprile 2010

BACHECA EVENTI - SPETTACOLI

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Giovedì 29 (ore 21.15 turno serale)

e venerdì 30 aprile 2010 (ore 17.15 turno pomeridiano)

presso il Politeama Garibaldi

l’Associazione Siciliana Amici della Musica

presenta

il primo progetto realizzato in collaborazione con

la Fondazione Orchestra Sinfonica Sicilia

Trio di Parma

Orchestra Sinfonica Siciliana

Moshe Atzmon direttore

Un appuntamento d’eccezione quello del 29 e 30 aprile 2010 per l’associaizone siciliana Amici della Musica: all’interno di un percorso che vede la stagione concertistica 2009/2010 farsi luogo di convergenza delle principali istituzioni musicali dell’isola, gli Amici della Musica danno il via a un progetto di collaborazione con la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. L’occasione è il concerto del Trio di Parma, costituitosi nel 1990, che per la prima si esibirà al fianco dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Sul podio, il maestro Moshe Atzom.

Questo importante appuntamento si colloca a metà di un cammino, iniziato con la collaborazione con la Fondazione Teatro Massimo, volto a stabilire dei rapporti quanto più solidi tra gli Amici della Musica e le principali fondazioni teatrali e musicali. Il prossimo passo, per la Stagione 2010/2011, è quello di estendere la collaborazione anche all’Orchestra e al Coro del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania.

Trio di Parma/Moshe Atzom - Accenni biografici

Il Trio di Parma si è costituito nel 1990 e ha seguito i corsi di perfezionamento tenuti dal Trio di Trieste presso l’Accademia Chigiana di Siena e la Scuola di Musica di Fiesole. Dopo essersi imposto al Concorso “Vittorio Gui” di Firenze, al Concorso di Melbourne e al Concorso ARD di Monaco, il gruppo ha ricevuto il “Premio Abbiati” della Critica Musicale Italiana. Oltre a esibirsi nei più importanti teatri del mondo (inclusi la Wigmore Hall di Londra, il Lincoln Center di New York e la Musikhaus di Vienna), il Trio di Parma ha inciso l’integrale dei Trii di Brahms per la rivista “Amadeus”.

Nato in Ungheria nel 1931, Moshe Atzmon si è trasferito con la famiglia in Israele e ha studiato violoncello, corno, direzione d’orchestra e composizione all’Accademia Musicale di Tel Aviv. A partire dal 1960 ha seguito i corsi tenuti da Antal Dorati presso la Guildhall School of Musica di Londra. Nel corso della sua carriera ha diretto, tra le altre, anche le orchestre dei Berliner Philharmoniker e dei Wiener Philharmoniker, collaborando stabilmente con importanti teatri come la Deutsche Oper di Berlino, l’Opera di Amburgo, l’Opera di Basilea e la Royal Danish Opera. Le sue incisioni discografiche sono pubblicate dalle etichette Deutsche Grammophon, Emi e Decca.

Il programma di sala

Ludwig van Beethoven

(Bonn 1770 - Vienna 1827)

Triplo concerto per violino, violoncello, pianoforte

e orchestra in do maggiore op. 56 (36’)

Allegro

Largo

Rondò alla polacca

******

Pëtr Il’ic Cajkovskij

(Kamsko-Votkinsk 1840 - Pietroburgo 1893)

Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 “Patetica” (40’)

Adagio-Allegro non troppo

Allegro con grazia

Allegro molto vivace

Finale: Adagio lamentoso

Si dice che Beethoven non amasse più di tanto le forme concertanti: sta di fatto, che dopo avere realizzato due capolavori come il Concerto per violino op. 61 (1806) e il Concerto “Imperatore” op. 73 (1809), decise di abbandonare del tutto questo genere di composizione. Il Triplo concerto per violino, violoncello, pianoforte e orchestra op. 56, è stato ultimato nel 1804 ed eseguito per la prima volta tre anni dopo, nel palazzo del principe Joseph Franz Maximilian Lobkowicz, per il quale Beethoven aveva già scritto i sei Quartetti op. 18, la Terza e la Quinta Sinfonia. Il carattere generale della partitura è quello di una “sinfonia concertante” (o di un “concerto grosso” del periodo barocco) in cui i tre solisti sono chiamati a sviluppare un intreccio di percorsi musicali che si dispiega in perfetta armonia con la parte dell’orchestra. In particolare, il primo movimento (“Allegro”), con il suo celebre inizio in pianissimo e un primo tema vagamente marziale è il più lungo che Beethoven abbia mai scritto nei suoi Concerti e viene considerato, di norma, il più riuscito dell’opera. Sorta dalle ceneri di alcune altre partiture rimaste incompiute, la Sesta Sinfonia di Cajkovskij vede la luce in un tempo brevissimo, tra l’inverno e l’autunno del 1893: in una lettera indirizzata al giovane Vladimir Davydov (detto “Bob”) nel febbraio di quell’anno, l’autore dichiara infatti di avere cominciato a scrivere un’opera che nasconde - dietro alla musica - un racconto misterioso e segreto; all’inizio di ottobre, il lavoro è già concluso e Cajkovskij esegue l’intera Sinfonia al pianoforte, in casa dell’amico e compagno di studi Sergej Ivanovich Taneev. La prima esecuzione si svolse a Pietroburgo la sera del 16 ottobre, sotto la direzione dell’autore e di fronte ad un pubblico numeroso ma perplesso, che non poteva certo comprendere la sincerità ed il carattere di estrema confessione esistenziale dell’opera. Il giorno successivo, mentre erano a tavola, il fratello del compositore inventò il titolo “Patetica” e circa tre settimane dopo Cajkovskij era già morto, sia pure in circostanze che fin dall’inizio vennero considerate poco chiare. Dedicata a “Bob” Davydov e concepito probabilmente come una sorta di riflessione autobiografica in cui si avverte l’angoscia di una fine ormai vicina, la Sesta Sinfonia si apre, esattamente come la Quinta, con un “Adagio” introduttivo in cui risuona un lugubre tema esposto dai fagotti. Segue un ampio “Allegro non troppo” basato invece su una magnifica melodia enunciata per la prima volta dagli archi. Il secondo movimento, “Allegro con grazia”, presenta un insolito andamento in 5/4 che gli conferisce “una vaghezza ambigua e malinconica” (P. Santi). Il successivo “Allegro molto vivace”, con il suo robusto andamento di marcia, sembrerebbe concludere gioiosamente la Sinfonia, ma in realtà questo compito è riservato a un lungo “Finale: Adagio lamentoso” in cui la musica sprofonda verso abissi crepuscolari e desolati.

INFORMAZIONI

INFORMAZIONI

Associazione Siciliana Amici della Musica – Via Angiò, 27

Tel. 091/6373743 – segreteria@amicidellamusicapalermo.it

Pagina FB amicidellamusicapalermo

PREZZI

intero € 35 / ridotto € 25 / anfiteatro €15

I biglietti sono in vendita al botteghino del Politeama Garibaldi a partire da un'ora prima dell'inizio dei concerti.

Ufficio Stampa Amici della Musica

Claudia Scuderi

M. 3202346796

mercoledì 21 aprile 2010

BACHECA TURISMO

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In crociera tra i Fiordi più verdi - Nominata da National Geographic la migliore destinazione del 2009, la regione offre il meglio in primavera e in estate. Viaggio alla scoperta della Norvegia più autentica, tra pittoreschi villaggi, città storiche e sensazionali espressioni della natura

In crociera tra i Fiordi più verdi

in News

Nominata da National Geographic la migliore destinazione del 2009, la regione offre il meglio in primavera e in estate. Viaggio alla scoperta della Norvegia più autentica, tra pittoreschi villaggi, città storiche e sensazionali espressioni della natura

Intorno solo il silenzio. E lo spettacolo grandioso della natura: il mare placido, le montagne altissime, il bosco fitto, le balene, i cervi, i colori. Il verde smeraldo intenso, il blu scuro, il bianco delle nuvole, il cielo azzurro come solo al Nord sa essere. Il modo migliore per scoprire i Fiordi è imbarcarsi su una nave e spalancare gli occhi. Lasciarsi cullare e trasportare da un angolo incantanto a un altro, nella convinzione di aver raggiunto la pace e il paradiso. Il periodo migliore per una crociera? La primavera e l'estate. Anche chi non ama i Paesi del Nord si ricrederà dopo un viaggio in queste acque meravigliose.

Tanto più che non si tratta di una meta di vacanza qualunque. L'annuale sondaggio condotto dal prestigioso magazine “National Geographic Traveler” ha coinvolto 133 destinazioni analizzate da 437 esperti di turismo ; la Regione dei Fiordi, nella Norvegia sud occidentale, ha registrato il risultato migliore nella combinazione tra qualità dell'ecosistema, integrità sociale e culturale, conservazione di edifici storici e siti archeologici, qualità nella gestione del sistema turistico. Questo importante riconoscimento si aggiunge alla tutela garantita dall'Unesco, che nel 2005 ha inserito il fiordo di Geiranger nella World Heritage List quale Patrimonio dell'Umanità.

Le navi della compagnia norvegese Hurtigruten, che solcano i mari dal 1893, offrono un affascinante viaggio alla scoperta della Norvegia più autentica, tra pittoreschi villaggi, città storiche e sensazionali espressioni della natura. Da aprile a settembre, tra l'altro, Seiviaggi propone tariffe scontate alla portata di tutte le tasche. Insomma, non ci sono scuse per non partire. Le 11 navi della flotta tutti i giorni dell'anno solcano le acque atlantiche della Norvegia collegando tra loro Bergen, la "Capitale dei Fiordi", e Kirkenes, nell'estremo nord, a ridosso del confine russo. Ma toccano anche altri 32 scali: importanti città come Trondheim e Tromsø; insediamenti dalla storia millenaria; piccoli villaggi di pescatori; le pittoresche isole Lofoten, con le montagne a strapiombo sul mare; il massiccio di Capo Nord, punto più settentrionale del continente europeo e tappa mitica per i viaggiatori di ogni epoca. E soprattutto la linea del Circolo Polare Artico, superata la quale si entra nell'area caratterizzata dagli straordinari fenomeni del sole di mezzanotte in estate e dell'aurora boreale nella stagione invernale. Durante la navigazione lungo la costa norvegese, l'Hurtigruten attracca in 34 porti: in alcuni di questi il tempo di sosta è limitato, in altri è più lungo, con tempo a disposizione per una visita individuale o per partecipare alle escursioni a terra organizzate dal commissario di bordo. Armatevi di macchina fotografica, vestitevi multistrato e partite alla scoperta delle meraviglie dell'Europa più settentrionale. Anche al Nord l'accoglienza sa essere calorosa.

Libero News

In crociera tra i Fiordi
Viaggio alla scoperta della Norvegia più autentica

Scoprire la montagna
Per un week end o per una vacanza estiva con tutta la famiglia

Nella tana dei pirati
Nelle acque di Port Royal in Giamaica si nascondo ancora i loro tesori

Scoprire la montagna
Per un week end o per una vacanza estiva con tutta la famiglia



COSMESI E BELLEZZA

Un abito, ed è primavera

Corto, lungo, bianco, squillante, aderente, svolazzante, fiorito: è il vestito il capo che dà il via alla bella stagione. In mille declinazioni, eccole

È primavera, (s)vestitevi bambine: e mettete un abitino, naturalmente. Corto, lungo, bianco, squillante, aderente, svolazzante, fiorito: è il vestito - e solo lui - il capo che dà definitivamente il via alla bella stagione. In mille declinazioni, eccole


COLORATE

Per chi crede che la bella stagione sia soprattutto colore (e meglio se forte), le proposte di quest'anno offrono diversi spunti. Come gli abitini corti fluo - visti da Iceberg - dalla corolla ampia e dalle spalle asimmetriche, quasi scivolati ma con la vita ben sottolineata, in fuxia o in verde cedro. Corto e colore - per chi se li può permettere, attenzione - sono davvero un must di questa stagione A balze un po' gitane in rosso e nero come quelli di Dolce e Gabbana, scivolati a tunica in un inedito blu fiordaliso per Emporio Armani, morbidi e dolci come marshmallow per Sportmax, da Barbie con accostamenti cromatici che ricordano gli anni Sessanta (piombo e rosa, ocra e celeste) da Versace.
FIORITE
Se il bianco fa subito estate, è il floreale la fantasia simbolo della primavera. Che siano maxi - come le margherite nere e salmone su sfondo bianco di Moschino o i bouquet verde-viola di Roberto Cavalli - o micro , sono i fiori a farla da padrone. Anche quando sono solo accennati, o diventano stilizzati, quasi macchie di colore (Gucci, Iceberg, Love Sex Money).
 ROMANTICHE
Si può puntare sul romanticismo trasformandosi in una donna eterea e d'altri tempi, con colori neutri, trasparenze sovrapposte, ricami delicati e a contrasto - come quelli visti nella sfilata di Alberta Ferretti - declinati nel lungo e nel corto. Perfetti per una cerimonia, e anche - perché no? - per una sposa "last minute" di primavera che voglia puntare su semplicità e raffinatezza. Ma volendo immaginare il teatro ideale di questi abiti, questo sarebbe una colazione sul prato, con sedie di ferro battuto, tavoli vestiti di lino bianco e argenteria antica, nel giardino di una villa fine Ottocento dal fascino fané.

IN CORTO

Ma corto è anche il classico vestitino bianco, un capo principe nel guardaroba estivo. Più da città se con le maniche a palloncino e drappeggio a portafogli, oppure se quasi una tinica corta da portare anche sopra i leggins (come visto da Emporio Armani), orlo baloon e con ricami preziosi (Gaetano Navarra), aderente e con piccoli "oblò" strategici - e quasi un po' punk - come quello proposto da Gucci, rigoroso e con il collo leggermente montante (Ferragamo), effetto pizzo con cintura-bustier oppure sempre pizzo ma in versione romantica e svolazzante (Mariella Burani). Tra i classici rivisitati anche il marinara bianco e blu a righe sottili-sottili (Armani) e il forellino su fondo bianco stretch e vagamente anni Ottanta (Enrico Coveri).

 IN LUNGO

Nero e toni neutri - tortora, grigio, corda, salvia, cipria - resistono e vincono la partita del lungo. Tranne poche ma convincenti eccezioni - gli abiti da sera bon bondi Versace, il peplo arancio di Max Mara, il bluette di Costume Nationale, -, i vestiti che toccano la caviglia scelgono le tinte meno appariscenti, per poi sbizzarrirsi nelle forme e nei dettagli. Maglia impalpabile e lamé (Missoni), raso plissettato e scollo all'americana (Max Mara), voile stampato, volant e scolli profondi bordati di ruches(Etro), seta effetto peplo (Les Copains).

Elena Cipriani

COSMESI E BELLEZZA

Pronte per i sandali

Vellutati, profumati, semplicemente perfetti: in estate i piedi devono essere super-curati. Beauty routine, trattamenti speciali, smalti moda e piccole follie per fare della pedicure estetica una wellness experience. La parola all'esperta

Piedi belli e perfetti. Sempre. Le tendenze moda e beauty non lasciano spazio alla pigrizia in nessuna stagione dell’anno: che si tratti di indossare una peep-toe in pieno inverno, o un sandalo prezioso sotto il tailleur per una serata importante. È d’estate però, che le estremità vivono la loro stagione di gloria, e anche le donne che hanno rimandato una volta di troppo l’appuntamento con la bellezza dei loro piedi devono correre ai ripari. Ma qualcosa si sta muovendo, là sotto.

«Una volta si pensava ai piedi soltanto con la bella stagione, quando era il momento di indossare i sandali – ci spiega Cristina Palara, direttore generale di Alessandro International, leader nel settore cosmetico manicure e pedicure, che ha creato la linea cosmetica dall’evocativo nome “Stiletto”, pensata esclusivamente per gambe e piedi -. Adesso la moda ha stabilito che il piede deve essere nudo sempre, basta pensare alle creazioni di Jimmy Choo eManolo Blahnik . Il piede va curato, ci camminiamo una vita, facciamo tre volte il giro del mondo. E poi le donne frequentano tutto l'anno piscine e palestre, no? L'attenzione deve durare 365 giorni».

Poniamo il caso che una non sia esattamente unafashion victim e rabbrividisca alla sola idea di girare senza calze in pieno inverno. Ormai il danno è fatto, e – tolta l’ordinaria amministrazione – i piedi sono stati “dimenticati” nelle scarpe chiuse e nei collant. Che fare?
Il primo step è affidarsi a una professionista. Naturalmente parliamo di trattamento estetico e non curativo, che deve essere effettuato rigorosamente da un podologo diplomato. In salone o in cabina di creano le basi di una routine che poi la donna deve aver voglia di mantenere a casa. La cliente “testa” i prodotti dall’estetista e poi li compra – per dire – da Sephora imparando a usarli da sola. Noi per esempio proponiamo prodotti facili da utilizzare e con profumazioni gradevoli che si coccolano le gambe dal ginocchio in giù vestendole come fosse un accessorio. L’anno scorso abbiamo lanciato il profumo gambe-piedi, molto sexy, così come il piumino per il talco che rilascia una polvere idratante ma anche luccicante da usare per una serata speciale… Le clienti sono letteralmente impazzite!

Per i piedi l’accessorio per eccellenza è lo smalto. Quali sono i colori di punta per l’estate?
Direi tre: viola, bordeaux e rosso. Questi ultimi due in particolare sono da sempre i più amati dalle donne per le unghie dei piedi, che quest’anno saranno corte e quadrate. Sempre più spesso capita di vedere donne che scelgono il "neutro" sulle mani, ma non rinunciano al colore per le unghie dei piedi. L’applicazione perfetta è naturalmente quella dell’estetista, ma con i prodotti giusti perché non imparare a “cambiare colore” da sole? Certo, ci vuole uno smalto che non perda subito in fluidità, possibilmente povero di Formaldeide, con un’impugnatura ergonomica e delle belle setole fitte (noi per esempio ne mettiamo il 30% in più): così diventa più facile non dipingersi le cuticole… Fondamentale, poi, non dimenticarsi mai di applicare una base sull’unghia prima di stendere lo smalto.

Quali sono i “mai più senza” per la cura dei piedi?
Innanzitutto il trattamento, che è sicuramente più importante della stesura dello smalto. Le clienti devono imparare a pretendere una wellness pedicure attraverso la quale intervenire sulle piccole callosità, sugli ispessimenti, sull’opacizzazione delle unghie. Esfoliazione e idratazione sono momenti imprescindibili: noi usiamo chiudere il trattamento con un calzino di paraffina alla lavanda, perché rimanga più a lungo la sensazione di benessere. Anche in questo caso la professionalità è tutto: è importante per esempio non agire mai con troppo vigore su ispessimenti e callosità, ottenendo a lungo andare il risultato opposto. La parola d’ordine deve essere dolcezza, delicatezza. Poi ognuna sceglierà il trattamento che le si addice di più.
Gli step della pedicure perfetta: il prima e il dopo.
Prima di stendere lo smalto se l'unghia è striata consiglio di stendere una base, un ridge filler che fa apparire subito la superficie perfettamente liscia e omogenea. Alla fine, dopo aver applicato il colore, l'ideale è stendere uno smalto top coat, che protegge il colore e fa durare la manicure più di una settimana, anche al mare.
Ogni quanto sarebbe bene sottoporsi a una pedicure estetica?
Va benissimo anche una volta al mese, ma per tutto l'anno... Non soltanto quando è ora di mettere i sandali!

Elena Cipriani

sabato 17 aprile 2010

BACHECA EVENTI - CONCERTI

IN SICILIA

LA LEGGENDA NEW TROLLS

clip_image002in concerto per celebrare la storica “reunion” dei quattro artefici del gruppo

Lunedì 3 maggio - ore 21.30

TEATRO METROPOLITAN - Catania – Tel 095 322323

Martedì 4 maggio - ore 21.30

TEATRO DANTE - Piazza Lolli, 21 Palermo – Tel 091 6124050

Ritorna sulle scene la storica formazione dei New Trolls, ricomposta nel suo nucleo originario da Vittorio De Scalzi, Nico Di Palo, Gianni Belleno e Giorgio D’Adamo che nel lontano 1967 diedero vita a quella che può non a torto essere definita la prima band italiana del “rock progressive”.

LA LEGGENDA NEW TROLLS - questo l’attuale nome d’arte dei quattro musicisti che hanno “condiviso” per oltre quarant’anni di onorata carriera, in varie formazioni, il piacere di esibirsi davanti a sterminate platee – saranno al Teatro Metropolitan di Catania il 3 maggio e al Teatro Dante di Palermo il 4 maggio per celebrare il loro tour nazionale insieme ai loro fan ed appassionati di sempre, accompagnati da una band formata da Andrea Maddalone alla chitarra, Francesco Bellia al basso e Ricky Bolognesi alle tastiere, insieme al quartetto d’archi Gnu Quartet che interpreterà brani tratti dal Concerto Grosso I e II.

Nati sotto la spinta e l’incoraggiamento di Gianni De Scalzi, papà di Vittorio, che stimolò il figlio ad esibirsi nel suo ristorante “La caravella d’oro” di Genova e “custoditi” dalla madre Armanda, che registrò lei il nome a causa dell’età non adulta del figlio, i giovanissimi e nuovi Trolls interpretavano allora un cosiddetto “beat psichedelico”, mix dei classici ritmi beat del periodo con il rock e altre nuove tendenze, primo esempio di musica progressiva, genere non a caso definito tutt’oggi “Prog”. A differenza di formazioni a loro contemporanee quali i Nomadi, i Camaleonti e i Corvi, interpreti principalmente di cover di brani stranieri, i New Trolls crearono dunque una musica totalmente improntata alla ricerca, che ebbe il primo grande successo con Senza orario senza bandiera, scritto nel 1968 insieme a Fabrizio De Andrè e considerato universalmente il primo concept album italiano, proseguendo poi con Concerto Grosso per i New Trolls composto appositamente per loro nel 1971 dal maestro Luis Enrìquez Bacalov, oggi Premio Oscar di levatura internazionale.

Il Sound prima maniera, accompagnato dai più noti frammenti pop del periodo successivo e da alcune composizioni inedite, sarà dunque il protagonista dei concerti proposti nel 2010 dagli “storici”, diretti dall’amico di sempre Pepi Morgia, che proprio con loro iniziò la sua attività di light designer e regista musicale.

Un tour de “plaisir”, quindi, che per i quattro artisti manifesta la gioia di essersi ritrovati dopo molti anni a realizzare lo stesso suono di un tempo!

Ufficio Stampa: Elisabetta Castiglioni

Tel/Fax 06 3225044 - Cell 328 4112014 - elisabetta@elisabettacastiglioni.com

CULTURA ALLA RADIO – RAI RADIO3

::: FAHRENHEIT :::

dal 19 al 23 aprile 2010

LA PROSSIMA SETTIMANA:

Lunedì 19 aprile con Carlo Galli, docente di Storia delle dottrine politiche, parleremo di Perchè ancora destra e sinistra mentre alle 17,30 Enrico Palandri presenterà il suo romanzo I fratelli minori (Bompiani): il ritratto di una generazione narrato attraverso le vicende di Julian e Martha, i figli di un famoso ed ingombrante cantante lirico.

Martedì 20 Annamaria Crispino e Gianni Rivera saranno nostri ospiti per raccontare la storia di Molto più di un gioco. Il calcio contro l'apartheid: come i detenuti di Robben Island, l'isola-carcere nella baia di Cape Town, abbiano imparato non solo a convivere col carcere duro e col lavoro forzato, ma anche a riappropriarsi della propria dignità grazie all'amore per il pallone. Freelander (Zandonai) dello scrittore bosniaco Miljenko Jergovic sarà il nostro Libro del giorno.

Mercoledì 21 apriremo la trasmissione con Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) che nel suo Diario di frontiera racconta quello che succede davvero nei cosiddetti "viaggi della speranza", spiegando cosa accade a chi si arrischia a prestare soccorso nel Mediterraneo e rivelando anche un'Italia poco visibile, quella che risponde al razzismo e al pregiudizio con l'integrazione e l'accoglienza.
L'incontro tra due vite solitarie in una fredda mattina a Parigi è al centro di Nonchalance (Fazi), romanzo di cui parleremo alle 17,30 con l'autrice Cristina Guarducci.

Giovedì 22 con l'etologo Danilo Mainardi parleremo di animali, ambiente e diritti mentre Giusi Marchetta ci accompagnerà nei vicoli dei Quartieri spagnoli di Napoli, dove prendono vita le storie e i protagonisti del suo romanzo, Napoli ore 11 (Terre di Mezzo).

Venerdì 23 chiuderemo la settimana con l'economista Loretta Napoleoni, discutendo della crisi economica mondiale e degli strumenti utilizzati dai governi per affrontarla: il "modello cinese" è davvero quello vincente? Anche l'Italia dovrà adeguarsi alla Maonomics?

Infine, per tutta la settimana ci saranno le recensioni di Fulvio Panzeri, il critico letterario che ogni giorno, poco prima delle 16, racconterà agli ascoltatori di Fahrenheit le sue ultime letture nel nostro Momento critico.
Vi ricordiamo che potete contribuire a Fahrenheit scrivendo mail e SMS (al numero 335 5634296) sui i temi del programma, partecipando alla Caccia al Libro e recensendo i libri che amate (o che detestate) attraverso la registrazione del vostro Youbook: telefonicamente al numero 06.3724737 o con l'invio di un file audio o video all'indirizzo fahre@rai.it.

Buon ascolto su Radio3.

La redazione di Fahrenheit

www.fahre.rai.it
fahre@rai.it

domenica 11 aprile 2010

BACHECA EVENTI - SPETTACOLI

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Ancora una volta Michael Pergolani e Renato Marengo, autori e conduttori di DEMO, il programma “Acchiappatalenti” di Radio 1 Rai, sono vicini alla creatività dei giovani talenti musicali, questa volta con una finestra aperta al mondo del jazz. DEMO, infatti, selezionerà quindici formazioni jazz scelte tra le migliori che invieranno un demo a: DEMO, Radio1 Rai , Largo Villy De Luca 5 00188, Saxa Rubra – Roma, specificando “per Atina Jazz”.

L’iniziativa rientra nell’ambito del concorso lanciato da Atina Jazz, uno dei più prestigiosi festival italiani, in occasione del suo venticinquennale ed è indirizzato a valorizzare progetti musicali inediti nell’ambito di questo genere musicale.

DEMO JAZZ AWARD 2010, organizzato da Atina Jazz e Palco Reale, e condotto da Michael Pergolani e Renato Marengo si svolgerà dal 28 al 31 luglio presso la Villa Comunale di Cassino, all’interno della rassegna Cassino Jazz che costituisce parte integrante della XXV Edizione di Atina Jazz Festival.

Il programma dei primi tre giorni prevede l’esibizione di 5 band per sera. Una giuria di esperti sceglierà i 4 finalisti che si contenderanno il premio jazz award nella serata finale del 31 luglio. Guest star d’eccezione sarà Rossana Casale col suo quartetto, che chiuderà la serata del 28 luglio, mentre ospiti delle serate successive saranno rispettivamente i jazzisti Mario Romano & Friends, Giovanni Guidi and Unknown Rebel Band e Babyra Project.

Il vincitore del DEMO Jazz Award 2010, oltre ad esibirsi in apertura del concerto finale di Enrico Rava e Stefano Bollani che si terrà il 1 agosto nella splendida cornice del Teatro Romano di Cassino, parteciperà, nel giugno del 2011 al festival di Rochester in Canada; al secondo classificato la partecipazione di diritto alla II edizione di Atina Jazz winter 2010.

La novità di quest’anno sarà la realizzazione di un cd prodotto da Raitrade, che conterrà i brani dei quindici semifinalisti scelti da DEMO.

All’interno della Villa Comunale di Cassino sarà inoltre allestito il DEMO Village con gli stand di SIAE, AFI, RAITRADE, ASSOMUSICA, NOTE LEGALI, MUSICALNEWS,TOAST RECORD, ONE E MUSIC e DEMO RADIO1 RAI, dove tutti gli artisti potranno consegnare personalmente un proprio demo alla redazione del programma. Nei giorni della manifestazione ci sarà anche un convegno sul rapporto tra artisti emergenti, discografia e opportunità per esibirsi, al quale parteciperanno la SIAE, gli autori ed esperti del settore.

Per il regolamento e maggiori dettagli: www.atinajazz.com

Ufficio stampa Michael Pergolani & Renato Marengo: Elisabetta Castiglioni
Tel/Fax 06 3225044 - Cell 328 4112014 - elisabetta@elisabettacastiglioni.com

Ufficio stampa Atina Jazz: Maurizio Quattrini

Cell 338 8485333 - maurizioquattrini@yahoo.it

Organizzazione eventi live DEMO: Palco Reale di Gianni Sergio www.palcoreale.net

martedì 6 aprile 2010

BACHECA VIAGGI E TURISMO

I modi più cool
di visitare Londra

Di corsa, in sella a una bici o a bordo di una Mini Cooper per conoscere la capitale inglese mantenendosi in forma, rispettando l'ambiente o semplicemente rivivendo i mitici anni Sessanta

Visitare Londra in sole quarantotto ore è sicuramente un'impresa impossibile. I monumenti e le occasioni di divertimento che la capitale inglese offre sono infiniti, di giorno come di notte. Oltre a vantare celebri punti di riferimento come il Big Ben, la statua a Trafalgar Square, il Tower Bridge, l'abbazia di Westminster, la residenza reale di Buckingham Palace, il fosco Tamigi e, da qualche anno, il Millennium Dome (letteralmente la Cupola del Millennio). La capitale del Regno Unito ospita anche alcuni dei più grandi musei e gallerie d'arte del mondo. E come se non bastasse ha un'anima verde di tutto rispetto, tanto da essere considerata la metropoli con più parchi del pianeta.

Difficile dunque decidere a cosa rinunciare, se si ha a disposizione un solo week-end per visitarla, fare un po' di shopping, comprare qualche souvenir, sorseggiare una tazza di tè o bere un boccale di birra. Meglio forse puntare su come girare Londra. Una volta deciso l'itinerario, il consiglio è di scegliere come trascorrere il tempo libero, optando magari per una singolare visita della città.
Visita, allenati e divertiti sono i tre imperativi di London Sightseeing Runs. Si tratta di un tour alquanto insolito che consente di girare Londra di corsa in compagnia di qualificati istruttori di fitness. Il pregio? Scoprire i posti più belli della città mantenendosi in forma nello stesso tempo e senza portarsi appresso una mappa o una guida. Gli istruttori, infatti, illustreranno la storia e la cultura di Londra con percorsi personalizzabili. Per prendervi parte non occorre poi essere degli esperti corridori. I tour tra cui scegliere hanno diverse difficoltà (camminata, jogging e corsa).
Il pacchetto London Cycling Hire System è invece pensato per gli amanti delle due ruote che potranno apprezzare le bellezze londinesi in modo economico, green e perché no, anche salutare, evitando il caos della metropolitana ed il traffico dei bus. Lo stesso Comune di Londra da maggio 2010 ha intenzione di mettere a disposizione di tutti un nuovo servizio di bike sharing. Seimila bici saranno disponibili 24h su 24h per 365 giorni all'anno, in numerose postazioni distribuite nei diversi quartieri e in molti parchi.
Infine, grazie a SmallcarBIGCity è possibile visitare la capitale inglese a bordo di una classica Mini Cooper, ascoltando musica anni '60, in compagnia di un autista eloquente ed esperto conoscitore della città, vestito come un vero hippy. Tutto in tema per apprezzare al meglio la Swining London.

Marcella Gaudina – Libero News -

domenica 4 aprile 2010

AVVENIMENTI E RICORRENZE – BUONA PASQUA -

La tradizione delle uova di Pasqua ha origini pagane solo successivamente divenne un simbolo cristiano legato alla Resurrezione di Cristo, fin dai tempi di Sant'Agostino, alla fine del quarto secolo.

Per i pagani l'uovo rappresentava la rinascita della natura nella stagione primaverile, tanto che gli antichi persiani dipingevano le uova per celebrare il Newrooz, ovvero l'inizio del nuovo anno, corrispondente all'equinozio di primavera.

Molti secoli dopo l'anno Mille, data fatidica che secondo molte credenze popolari avrebbe dovuto segnare la fine del mondo, invase l'uso soprattutto nelle campagne di scambiarsi a Pasqua uova di gallina, di piccione, di quaglia o di altri volatili. Spesso le uova venivano colorate: un infuso di barbabietole servire per il rosso, di ortiche e spinaci forniva il verde, di mammole il viola, di bucce di cipolle il marrone. Prima di essere donate le uova dovevano ricevere la benedizione.

La tradizione delle uova si estese ben presto anche nelle classi agiate, che invece di ricorrere ai frutti del pollaio si rivolsero a orafi e gioiellieri per realizzare uova d'oro o argento, costellate di smalti e gemme.

Nella Pasqua ebraica, invece, un uovo bollito immerso nell’acqua salata simbolizza il sacrificio pasquale offerto al Tempio di Gerusalemme.

Per i cristiani Ortodossi l’uovo di Pasqua è molto più che una celebrazione alla fine del digiuno, è una vera e propria dichiarazione della Resurrezione di Cristo.

Tradizionalmente, le uova di Pasqua ortodosse vengono tinteggiate di rosso per rappresentare il sangue di Cristo, versato sulla croce e il guscio duro dell’uovo che simboleggia la tomba sigillata di Cristo, la rottura della quale rappresenta la risurrezione dalla morte.

Nelle chiese Cattoliche ortodosse e dell’Est, le uova pasquali sono benedette dal prete alla fine della veglia pasquale e distribuite ai fedeli.

Ciascuna donna porta anche un cestino in chiesa con delle uova di Pasqua ma anche altri alimenti pasquali da far benedire al prete.

Una leggenda racconta che Maria Maddalena stava portando delle uova cotte da condividere con le altre donne al Sacro Sepolcro quando, improvvisamente, le uova stesse si colorarono miracolosamente di un rosso brillante non appena lei vide il Cristo risorto.

Una leggenda diversa, ma non necessariamente in contrasto con la precedente, riguarda gli sforzi di Maria Maddalena di diffondere il Vangelo. Secondo questa tradizione, dopo l’Ascensione di Gesù, Maria si recò dall’imperatore di Roma e lo salutò dicendo “Cristo è risorto”, dopodiché lui indicò un uovo sul suo tavolo e asserì: “Cristo non è risorto più di quanto quest’uovo sia rosso”. Dopo questa asserzione l’uovo si colorò immediatamente di un rosso sanguigno.

L'uso delle uova di cioccolato invece è relativamente recente: il cacao fu introdotto in Europa dopo la scoperta dell'America, ma solo nel Settecento gli olandesi lo usarono per realizzare le uova di Pasqua. Allora il cioccolato era rigorosamente fondente, solo verso la metà dell'Ottocento in Svizzera si produsse il primo cioccolato al latte.

Sulle uova esistono ancora oggi usanze che variano da Paese a Paese: ad esempio in Francia i bambini vanno a caccia delle uova nascoste dai genitori e chi trova quello rosso è considerato il più fortunato.

Una tradizione che persiste in alcune parti del Regno Unito consiste nel far rotolare le uova colorate lungo le discese di colline nella Domenica di Pasqua.

Negli Stati Uniti, invece, le stesse uova vengono spinte con l’aiuto di un cucchiaio su superfici piane. Le uova di Pasqua sono un simbolo molto utilizzato nel folklore russo, rumeno, ucraino, polacco e di altri paesi slavi. Una tecnica batik viene utilizzata per creare uova dalle decorazioni intricate e dai colori brillanti, la più conosciuta è l’ucraina pysanka.

I celebrati laboratori Fabergé, invece, crearono splendide e lussuose uova di Pasqua per la corte imperiale Russa. La maggior parte di queste creazioni contengono sorprese nascoste come un uccello lavorato ad orologio o navi in miniatura. Esistono molte altre tecniche di decorazione delle uova e molte tradizioni vogliono che queste vengano regalate in segno d’amicizia, amore e buona fortuna.

venerdì 2 aprile 2010

CULTURA ALLA RADIO - RAIRADIO3

::: FAHRENHEIT :::

dal 5 al 9 aprile 2010

LA PROSSIMA SETTIMANA:

Una settimana dalla programmazione tradizionale, ma sempre ricca di libri e di idee, quella che traghetterà Fahrenheit dalla puntata speciale trasmessa da L’Aquila alla settimana del week end di Cervia, dove dal 16 al 18 aprile si celebrerà Radio3 In Festival.
Cominceremo lunedì, giorno di Pasquetta, servendo i piatti di Sapo Matteucci, giornalista appassionato di gastronomia che ha appena pubblicato per Laterza Q.B. La cucina quanto basta, manuale ispirato alla sobrietà alimentare.
Il giorno dopo, sempre alle 15, Alberto Papuzzi aggiorna, al netto della globalizzazione, vizi e virtù di quello che definisce "il mestiere più bello del mondo". Con due nuovi capitoli sull’informazione on line e sulla stampa politica, torna infatti in libreria il suo Professione giornalista, guida alle tecniche e alle regole dei media edita da Donzelli.
Di formazione, più che di informazione, si occupa invece un pamphlet di Giancarlo Majorino, appena stampato da Tropea. Con La dittatura dell’ignoranza il poeta milanese fotografa il “regime invisibile” nel quale viviamo, “sostenuto sul vuoto individuale e collettivo di conoscenza, giustizia, libertà, felicità”.
Una prospettiva, quella che Majorino ci offrirà nella prima parte della puntata di mercoledì, a cui, due giorni dopo, risponderà il Controcanto dello storico della politica Marco Revelli. Venerdì, infatti, Revelli racconterà a Fahrenheit la mutazione di questi anni, attraverso un saggio pubblicato da Chiarelettere nel quale l’autore invoca la necessità di “un gesto estremo di secessione estetica ed etica”.
Molte idee, dunque, attraverseranno la nostra settimana. Ma anche molte storie: i cinque romanzi che presenteremo con i rispettivi autori sono Nonna Carla (Bompiani), il libro con cui Alain Elkann racconta la morte della madre, amica d’infanzia di Primo Levi; Storia della mia purezza (Mondadori), di Francesco Pacifico, parabola esistenziale di un giovane cattolico intransigente; I cani vanno avanti (Alet) nel quale la giovane Valentina Brunettin propone una sorta di trattato narrativo sulla violenza attraverso la vicenda della cagnetta Laika, lanciata dai russi nello spazio nel 1957; Il pozzo dei desideri, romanzo inchiesta sul settore petrolifero e sull’approssimarsi del fondo del barile scritto da Sabina Morandi per Edizioni Ambiente - Verdenero; Devozione (Einaudi) con cui Antonella Lattanzi attraversa l’inferno della droga con gli occhi di una tossicodipendente che vorrebbe diventare una scrittrice. E poi Il ritorno di Pinocchio, con cui il regista-scrittore Silvano Agosti celebra la scoperta del mondo con gli occhi ribelli del bambino che è in tutti noi.
Un altro romanzo appassionante è quello che Fahrenheit vi proporrà mercoledì: dal libro di Dennis Lehane Schutter Island (fonte dell’ultimo film di Martin Scorsese), una graphic novel adattata per le edizioni BD da Stefano Ascari e Andrea Riccadonna: un viaggio allucinato nelle pieghe della follia e del male.
Infine, non dimenticate le recensioni di Sergio Pent, il critico letterario che ogni giorno, poco prima delle 16, racconterà agli ascoltatori di Fahrenheit le sue ultime letture nel nostro Momento critico.
Vi ricordiamo che potete contribuire a Fahrenheit scrivendo mail e SMS (al numero 335 5634296) sui i temi del programma, partecipando alla Caccia al Libro e recensendo i libri che amate (o che detestate) attraverso la registrazione del vostro Youbook: telefonicamente al numero 06.3724737 o con l'invio di un file audio o video all'indirizzo fahre@rai.it.

Buon ascolto su Radio3.

La redazione di Fahrenheit

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