giovedì 22 gennaio 2009

BACHECA EVENTI - TURISMO

Nell'agriturismo del boss


Apre a Corleone una struttura ricettiva in una masseria appartenuta al "capo di capi" Totò Riina

In tv continua a essere trasmessa la fiction sul "capo dei capi", solo a pronunciarne il nome il pensiero corre a stragi e morti atroci e, digitandolo su Wikipedia, si apre una pagina piena zeppa di mafiosi come sue "personalità". Corleone, però, non è soltanto il paese natale della feroce cosca malavitosa e i suoi migliori abitanti non vogliono essere ridotti a questa.
A riprova di questi sforzi, nel comune apre Terre di Corleone, un agriturismo realizzato ristrutturando una masseria sequestrata a Totò Riina. Composto da due casolari con vista mozzafiato sulla vallata di Gorgo del Drago, offre un ristorante con 88 coperti, 16 posti letto (a un prezzo per notte di circa 60-70 euro) e 40.000 mq di terreno, nel quale trovano posto un parco giochi, un campo di bocce e uno di calcetto.

«Salvatore Riina e la mafia non abitano più qui. Da oggi i ragazzi della cooperativa Pio La Torre (cui è affidata la gestione della struttura, ndr), i cittadini di Corleone che si sono schierati contro i prepotenti e i mafiosi, si riprendono quel che è loro», ha detto il sindaco Antonino Iannazzo all'inaugurazione. E anche se non manca chi ipotizza una sorta di "turismo mafioso" o chi, come don Luigi Ciotti, propone un pellegrinaggio «per capire cosa sono davvero le mafie, fino a che punto può spingersi il la loro sete di potere e di denaro, il loro disprezzo per la vita», il Terre di Corleone può diventare anche la base per scoprire le bellezze di un zona finora condannata dalla nomea di porto franco dell'illegalità.
Un tempo nota come la "città règia delle cento chiese", malgrado numerosi crolli, offre ancora una grande offerta di notevoli edifici religiosi. Tra questi spiccano in particolare i Santuari di Maria Addolorata e della Madonna del Rosario a Tagliavia. La vera attrazione è però la zona di Ficuzza, frazione di Corleone celebre per il suo bosco, la Real Casina di Caccia di Ferdinando IV di Borbone e la grande riserva naturale, dove vive l'80% della fauna dell'intera regione e nidificano molte specie di rapaci, tra le quali l'aquila reale. (Libero News)

Libero News

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