L'imprevedibile Palermo a caccia di riscatto e gloria contro Inter di "Mou"
Non se la prenda caro prof. Vecchioni, ma questa volta, più che a San Siro, saranno “luci al Barbera”, per una gara che farà riempire come un uovo l’impianto di Viale del Fante.
La febbre per Palermo-Inter è già altissima, la corsa al biglietto spasmodica, il “sold out” sempre più vicino. Come potrebbe, d’altronde, non essere così? E’ ormai consuetudine, da quando i rosa sono tornati a calcare il massimo palcoscenico calcistico, che l’avvento della Beneamata porti i tifosi rosanero a fissare nel calendario una data impossibile da perdere; meno che meno sabato 15 novembre 2008 (alle ore 20.30), quando, ad atterrare sul rettangolo verde, sarà l’astronave “Inter-galattica” dell’ammiraglio Mourinho.
Ma come direbbe Lubrano, la domanda nasce spontanea: all’indomani dell’incolore quanto sconfortante prova di Torino, in quanti dei 40.000 spettatori attesi per sabato avrebbero infatti risposto presente se l’avversario non si fosse chiamato Inter, Milan o Juve bensì Reggina, Siena o Chievo? E’ l’eterno fascino delle grandi, che al Barbera, come tradizione, potranno sempre contare sulla presenza dei coscritti di mezza trinacria, invisi al popolo rosanero manco fossero i cugini catanesi. Un’altro dei motivi per i quali l’“orgasmos” dell’imminente battaglia cresca a dismisura lo ha fornito, nel 2004, lo stesso Special One, con la sua infelice frase pronunciata in occasione di una trasferta di Champions ad Oporto: «Dovrò essere accompagnato da cinque guardie del corpo: del resto è come andare a Palermo. Si corrono gli stessi rischi». Al massimo, ciò che rischierà il buon “Mou” (per lui è atteso niente di più che un uragano di legittimi fischi), saranno i timpani, se, peccando di lungimiranza, dovesse dimenticare a casa un buon paio di tappi auricolari. Ma forse, non solo quelli, considerato che la compagine di Ballardini, ad oggi, è la meno prevedibile della serie A; perché se è innegabile da una parte la penuria di risultati e di gioco racimolati nelle ultime cinque gare, lo è altrettanto la capacità di esaltarsi al cospetto delle grandi di questo Palermo, che potrà contare sul rientro di pedine fondamentali: in primis Carrozzieri in difesa, che tornerà a comporre con Bovo (la cui indisponibilità ha però fatto scoprire le qualità del giovane Kjaer, destinato alla panchina) l’asse centrale titolare per una retroguardia al gran completo grazie alla disponibilità del diffidato Balzaretti a sinistra e di Cassani a destra.
Altro atteso ritorno, quello dell’australiano Bresciano, la cui esperienza, in partite di siffatta portata, potrebbe rivelarsi decisiva; con lui, agiranno sulla mediana il playmaker basso Liverani, con Migliaccio - al posto dello squalificato Nocerino - nel ruolo di mastino, pronto a ringhiare sui centrocampisti avanzati e più tecnici della squadra avversaria. Simplicio, che non vuole sentirne di cambiare modulo – “Io penso che possiamo continuare con il 4-3-1-2 - ha detto - In casa abbiamo fatto sempre bene e possiamo fare una buona gara anche contro l'Inter. Se cambiassimo modulo certamente qualcuno dovrebbe uscire, ma durante la settimana non abbiamo provato nessun altro schema» -, agirà a ridosso del collaudato tandem d’attacco composto da Miccoli (per lui, ma soprattutto per i fans, l’allarme infortunio sembra rientrato; le ultime notizie parlano infatti di semplice contusione) e Cavani. In porta, almeno fino a quando Fontana continuerà a stupire, i giochi sembrano fatti. Insomma, nonostante l’invito rivolto in settimana da Zamparini al proprio allenatore di rimescolare le carte al fine di non fossilizzarsi troppo su un modulo poco camaleontico, Ballardini dovrebbe partire con lo “zoccolo duro”, rinviando, almeno dall’inizio, i possibili innesti di Budan, Guana o Lanzafame. Staremo a vedere chi avrà ragione.
Sull’altra sponda, è con la stucchevole grana Adriano tra i suoi pensieri (l’Imperatore carioca sembra ormai avere fatto il suo tempo in nerazzurro), che Mourinho si appresta a disegnare la squadra anti-Palermo - quella a cui gli esigenti tifosi meneghini chiedono non solo punti ma anche bel gioco; la sua proverbiale imperturbabilità, inattaccabile oltremanica, comincia a vacillare in suolo italico, tanto da fargli prendere seriamente in considerazione nientemeno che un più “manciniano” (e forse più equilibrato) 4-4-2. Se così sarà, confermando in blocco il quartetto arretrato composto da Maicon, Cordoba, Samuel e Maxwell - che ha ben resistito agli attacchi udinesi di domenica scorsa – è a centrocampo e in attacco che dovrebbero registrarsi le novità: sulla mediana, con gli intoccabili Zanetti Cambiasso e Vieira, fuori Quaresma per fare spazio a Obinna (o Mancini) sulla sinistra. In avanti, accanto Ibrahimovic, dovrebbe agire el jardinero Cruz, in predicato di cambiare maglia già a gennaio, complice il tuttaltro che idilliaco rapporto col suo allenatore. Per Balotelli, che conoscerà il calore della città che gli diede i natali, possibile impiego a gara in corso.
(per Sicilia Informazioni, Alfredo Minutoli)
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